Hazrat Inayat: The Art of Personality pt I (Italian version)

Hazrat Inayat: L’Arte della Personalità pt 1

 Alla conclusione del suo discorso sul risveglio dell’anima, Hazrat Inayat Khan parla della distinzione tra essere un individuo e una persona. Qui diamo ancora qualcuno dei suoi pensieri su ciò che lui chiamava “l’arte della personalità”. Ulteriori dispense su questo tema molto importante seguiranno.

Danzando alla corte di Indra

C’è una cosa: essere un uomo; e c’è un’altra cosa: essere una persona,  per mezzo del completamento dell’individualità nella quale è nascosto lo scopo della venuta dell’uomo sulla terra. Gli angeli furono fatti per cantare le lodi del Signore, i genii per immaginare, per sognare, per meditare; ma l’uomo è creato per mostrare l’umanità nell’indole. E’ questo che lo rende una persona. Ci sono molte cose difficili nella vita, ma la più difficile di tutte è imparare e conoscere e praticare l’arte della personalità.

La Natura, si dice, è creata da Dio e governata dall’uomo; ma in verità nella creazione della personalità è Dio che completa la sua arte divina. Non è ciò che Cristo ha insegnato che lo fa amare ai suoi devoti; essi discutono su quelle cose invano; è ciò che egli stesso era. E’ questo , che è amato e ammirato dai suoi devoti. Quando Gesù Cristo disse ai pescatori, “seguitemi e vi farò pescatori di uomini”, cosa intendeva?  Intendeva, “Io vi insegnerò l’arte della personalità, che diventerà come una rete nel mare della vita”. Perché ogni cuore, qualunque sia il suo grado di evoluzione, sarà attratto dalla bellezza dell’arte della personalità.

Cosa ricerca l’umanità in una persona? Che cosa si aspetta un uomo dal  suo amico? Vuole che sia ricco, di posizione elevata, di grande potere, di qualifiche eccezionali, di grande influenza; ma oltre e sopra  a tutto  egli si aspetta dal suo amico le qualità umane che sono l’arte della personalità. Se un amico manca delle qualità che costituiscono l’arte della personalità, tutte queste cose non sono che di poco uso e valore per lui.

C’è una domanda: come lo impariamo? Lo impariamo attraverso il nostro amore per l’arte, l’amore per la bellezza, in tutti i suoi vari aspetti. L’artista impara la sua arte dalla sua ammirazione per la bellezza. Quando una persona possiede una visione dentro la bellezza, allora impara l’arte delle arti, che è l’arte della personalità. Un uomo può avere migliaia di qualifiche,  o gradi, o posizioni; può possedere tutti i beni della terra,  ma se  manca dell’arte della personalità egli è povero davvero. E’ attraverso quest’arte che l’uomo mostra la nobiltà che appartiene al regno di Dio.

L’arte della personalità non è una qualifica. E’ lo scopo per cui l’uomo fu creato, e conduce l’uomo a questo scopo nel raggiungimento del quale trova la sua piena soddisfazione. Con questa arte l’uomo non solo soddisfa sé stesso,  ma accontenta Dio. Questo gioco di illusione sulla terra è prodotto per il piacere di quel Signore dell’universo che gli Hindu hanno chiamato Indra, di fronte al quale Gandharvas cantò e Upsaras danzò. L’interpretazione di questa storia è che ogni anima è destinata a danzare alla corte di Indra, L’arte della personalità è, in verità, l’imparare a danzare perfettamente alla corte di Indra. Ma colui che dice, “ Ma come posso io danzare? Non so come danzare”, fallisce il suo scopo. Perchè nessuna anima è creata per stare in disparte  e guardare, ogni anima è creata per danzare alla corte di Indra. L’anima che rifiuta sicuramente mostra la sua ignoranza del grande scopo per il quale l’intero gioco è prodotto sul palcoscenico della terra.

Traduzione Jennifer Medlock e Alfio Merlo

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